Alice ha voluto varcare il limite tra il proprio mondo e il suo riflesso, la sua espansione, la sua idea capovolta. Ha voluto cercare la vita dietro la porta rovesciata. Alice si è trovata davanti alla propria immagine, a se stessa nello specchio, ma non ha voluto guardarsi, non ha saputo accontentarsi, ha voluto andare oltre. Ma Alice ha dimenticato che gli specchi si attraversano solo con la fantasia e i racconti, ha provato a farlo con la forza. E Alice ha rotto lo specchio. Nel fragore dei vetri ci siamo svegliati e ci siamo accorti di essere Alice.

 

L’attuale modello di sviluppo tende ad uniformare le differenze sia a livello culturale che ambientale, e l’omogeneizzazione che ne de­riva è causa di gravi disagi sociali. Mancano  lo spazio e il tempo per narrarsi, per conoscersi, per “parteciparsi”. In un simile conte­sto nascono e si rafforzano facil­mente paure e pregiudizi. Da qui l’importanza di ricercare percorsi che mirino al riconosci­mento e alla valorizzazione delle “diverse” diversità.

 

OBIETTIVI

Ri­conoscere e valorizzare l’alterità (compagne/i di classe, persone provenienti da differenti cul­ture,…) facendo esperienza della sua storia, imparando ad ascol­tare, a comunicare e a trasfor­mare le differenze da motivo di conflitto a elemento di arricchi­mento.

 

TEMI/TAPPE

La preparazione all’ascolto: la conoscenza di sé e del prossimo è alla base di un buon percorso, si cercherà di rendere patrimonio collettivo gli elementi che ci identificano come singola­rità, alla ricerca di elementi di contatto e di differenza. L’incontro con l’altro ha bisogno di una preparazione: lo svuota­mento da sé delle paure e dei pregiudizi nei confronti di chi è diverso saranno i primi passi verso il tentativo di stabilire rap­porti fondati sulla reciprocità.

L’ascolto: attraverso l’ascolto e lo scam­bio di esperienze, racconti, emo­zioni, con un mediatore culturale appartenente a un paese del Sud del mondo, l’altro si confi­gurerà come specchio, come valore che ci permetterà di sco­prire e di ridefinire la nostra iden­tità, dilatandola in orizzonti di senso più ampi.

Il ricordo e la sua rappresenta­zione: l’incontro con l’alterità rischia di essere un’episodica interruzione della quotidianità se non è seguito da un processo di rielaborazione atto a sviluppare cambiamenti. Attraverso alcune attività si cercherà di recuperare i ricordi legati a momenti topici della nostra vita, in modo tale la loro condivisione sarà un ulteriore momento di confronto tra espe­rienze maturate singolarmente o collettivamente. Fare memoria dell’esperienza vis­suta è un’operazione che ci aiuta a ripercorrere la nostra identità con occhi nuovi e, al contempo, di vivere le nostre relazioni con l’altro con una maggior ricchezza interiore. La memoria ha un vero valore se aiuta a costruire il presente e il futuro: la sua rappresentazione narrata aiuterà ad effettuare il passaggio dalla dimensione del ricordo a quella concreta (e utopica) della quotidianità. La presenza di una persona appartenente ad una cultura diversa favorisce, in particolare, la relativizzazione della propria cultura e, al tempo stesso, stimola la curiosità, spesso frenata da paure e pregiudizi.

 

 DURATA

6 incontri di due ore

DESTINATARI

Scuole medie inferiori e superiori

STRUMENTI

Giochi di ruolo e di simulazione, giochi cooperativi, testi di autori e autrici del Sud del mondo, materiale fotografico, attività manuali e creative, strumenti musicali e musiche di differenti culture.