Laboratorio con Ewa Benesz dal 21 al 25 aprile

Luogo: Casa-laboratorio dell’Asinara dell’associazione Kwa Dunìa, Casaltone – Parma

Orari: 21 aprile ore 18.00 al 25 aprile , ore 16.00.

Numero minimo di partecipanti: 8

Numero massimo partecipanti: 20

Pernottamento: presso la struttura

CUCINA autogestita: Alimentazione prevalentemente vegetariana.

Quota di partecipazione al laboratorio: costo 220 eurocomprensive di vitto, alloggio e quota associativa.

Iscrizioni fino ad esaurimento posti.

Occorre portare i vestiti comodi per il movimento, una cintura per lo stretching, una sciarpa per coprire la testa e le spalle, le donne una gonna lunga e larga. Per chi suona uno strumento musicale.

 

EWA BENESZ

LE PRATICHE VOCALI

Prima impari a memorizzare una melodia. Forse anche le note, un solfeggio. Poi sperimenti l’estensione della voce, dal basso verso l’alto. Eserciti la sonorità cercando i risuonatori, gli spazi nel corpo dove vibra la voce. Scopri che non è la gola che canta. Provi anche a individuare gli armonici nello spazio che vibra intorno a te. Bene, questo significa che stai diventando strumento di un’espirazione sonora. Senti che la voce sorge dal silenzio e nel silenzio scompare. Allora riposi nel canto.

Che cosa è un canto? Perché l’uomo – e non solo l’uomo – canta? A chi e quando canta? Una madre canta a un bambino, canta la gente delle comunità, con un canto si celebrano le ricorrenze, gli innamorati canticchiano senza rendersene conto. Nei tempi andati si lavorava cantando. E il canto è nato proprio dal lavoro.

La sua origine risiede nella necessità di sconfiggere il male, dicono Le Upanishad. Infatti nessuno canta con i pugni stretti. Perché un canto scioglie la tensione, trasforma, porta alla catarsi. Purifica e unisce l’io diviso da questo e quello. Porta fuori dal mondo materiale dell’oggetto. Trasforma la percezione. Risveglia qualcosa che la mente ha dimenticato. Unisce al Presente.

La natura rivela i segreti di rado. Era l’estate del’99 in Sardegna. Sono rimasta seduta sul pavimento della sala, dopo che la gente era uscita per una pausa. Sono rimasta immobile, con la schiena dritta, rilassata, senza mai cambiare posizione. Quando la porta si è aperta e la gente è tornata in sala, ho iniziato un canto. Insieme alla voce ho sentito un’onda, liquida e calda, che s’innalzava lungo la colonna vertebrale. Era il suono? È possibile. Possibile è che il canto abbia sollevato l’uomo in alto. E che innalzi ognuno di noi e l’umanità intera.

LE PRATICHE VOCALI provengono dalle antiche tradizioni dell’Oriente, dalla ricerca antropologica sul canto sciamanico e dall’esperienza del Teatro Laboratorio di Jerzy Grotowski in Polonia, a Wroclaw.

INFO: Luca Dotti – lucafrakwa@gmail.com – tel. 0521.604180 (ore pasti) o 329.6047007 – www.kwadunia.it Ewa Benesz –evabenesz@gmail.com – tel. 368.684180

Laboratorio organizzato in collaborazione a Forum Solidarietà agenzia di formazione accreditata MIUR con decreto 23/05/2002