Presentazione del libro sabato 27 settembre ore 17
Sabato 27 settembre alle ore 17, presso la sede dell’associazione Kwa Dunìa in via Bandini 6, verrà presentato il libro “Lo stupro come arma di guerra in Africa” (Harmattan Italia) di Pauline Aweto Eze. Pauline Aweto Eze è una donna nigeriana, energica e coraggiosa. Ha vissuto in Italia più di vent’anni, e a Roma si è laureata in filosofia presso l’Università pontificia salesiana. È stata consulente dell’Organizzazione Internazionale delle Migrazioni, e nel 2004 si è trasferita in Inghilterra, dove risiede attualmente.
L’idea del libro è nata dopo i fatti del settembre del 2009 in Guinea, quando allo stadio di Conakry, durante una manifestazione pacifica di opposizione al presidente Dadis Camara e alla sua giunta militare, i berretti rossi della guardia presidenziale si scatenarono con ferocia: vennero commessi omicidi e torture collettive, e 109 donne furono vittime di violenze, mutilazioni sessuali e stupri. Avvenimenti che indussero l’ONU ad aprire un’inchiesta, che portò poi all’accusa di “crimini contro l’umanità” nei confronti degli autori e dei mandanti di quelle brutalità. Quindi “lo stupro come arma di guerra ma anche come arma di pace”, ci tiene a sottolineare Pauline anche se non ha menzionato questo secondo aspetto nel titolo.
Nonostante Pauline Aweto si senta quasi italiana, ha deciso di pubblicare inizialmente il libro in inglese per far sì che potesse essere diffuso in Nigeria, dove sull’argomento c’è tuttora parecchia omertà, e si fa fatica ad avviare un dibattito pubblico. Secondo la Aweto la donna africana è sin da piccola abituata a convivere con una situazione di sottomissione che predispone alla violenza, e già nella pratica africana di pagare la dote è insita quella “naturale” commercializzazione che può poi condurre alla tratta della donna.
Questa iniziativa si inserisce nel progetto finanziato nell’ambito dell’Intesa per la prevenzione ed il contrasto delle Mutilazioni Genitali Femminili.