QUESTO MARE È DI PIOMBO
Documentario sonoro dalle frontiere del Mediterraneo a cura dell’Agenzia radiofonica AMISnet
Nomination al Prix Europa 2014, Berlino come migliore produzione radiofonica di attualità
Voci narranti / interpreti dal vivo: Marzia Coronati, Marco Stefanelli
Questo mare è di piombo è un racconto collettivo dai margini della Fortezza Europa. Dal filo spinato a “lame taglienti” di Melilla, la città bastione che difende i confini europei in terra d’Africa, alle logore tende del campo fantasma di Choucha, in Tunisia, l’audio documentario realizzato da AMIS guida il pubblico attraverso le tante terre di nessuno disseminate sulle coste del Mediterraneo: luoghi in cui il tempo è sospeso e si resta in attesa di una porta, di uno spiraglio, di una crepa che permetta di passare alla tappa successiva.
Questo Mare è di Piombo è un audio documentario e allo stesso tempo uno spettacolo, presentato al pubblico sotto forma di narrazione dal vivo. In sala, al centro, c’è solo una luce, attorno alla quale ci si mette a sedere. Le voci dei narratori, immersi nel pubblico, condurranno gli ascoltatori lungo il percorso sonoro, alternandosi a quelle degli intervistati, alle musiche e ai suoni del documentario.
OUR NEW LIFE
Inaugurazione della mostra
Workshop di fotografia con rifugiati condotto da Livio Senigalliesi
Hanno partecipato Ndao Ousman, Tariq Hussain, Johnny Sylvester, Michael Okoanegbete, Waseem Muhammad, Niazai Ahmed Zia
Progetto a cura CIAC onlus, con la sponsorizzazione tecnica di Canon Italia SpA
Il laboratorio di fotografia si è tenuto da ottobre a dicembre 2014 e l’idea alla base è stata quella di offrire ai ragazzi degli spazi di socializzazione e di comunicazione attraverso il mezzo fotografico. La mostra è frutto di questo lavoro collettivo che ben rappresenta il percorso fatto insieme. Gi scatti mostrano la vita di una città e della percezione di essa: l’alluvione che tutti ha coinvolto in uno sforzo solidale per riportare la vita alla normalità affrontando insieme il disagio. La visita guidata all’interno del Museo Guatelli, luogo dove il nostro passato si intreccia al presente di giovani ragazzi costretti a lasciare le terre che coltivavano insieme ai loro familiari. Il calcio che unisce ad ogni latitudine e che si fa lingua e spazio comune. La possibilità di fotografare alcuni eventi, anche culturali, della città ha permesso loro di conoscere più approfonditamente la realtà in cui vivono.
Michael, Tariq, Waseem, Ousman, Sylvester, Zia provengono da paesi differenti: Nigeria, Pakistan, Senegal e Afghanistan. Sono richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale che da tempo fanno parte dei progetti Sprar “Una città per l’asilo” e “Terra d’asilo”.
LE FIABE CHE SI MANGIANO DI ZOFIA
Mostra e buffet
Zofia proviene da un villaggio della campagna polacca. Con grande fantasia e manualità trasforma ortaggi in animali e fiori favolosi. Da dieci anni vive con la famiglia a Parma.