Ma ciò che è proprio deve essere appreso, al pari di ciò che è straniero.
Friedrich Hölderlin
Il progetto “Stranieri a noi stessi” si propone l’ambizioso compito di creare diverse occasioni di formazione e di scambio con attori della realtà scolastica e della cittadinanza più in generale.
L’idea di fondo è che sia necessario attuare un ribaltamento di prospettiva che ci permetta di togliere l’educazione interculturale dalla settorialità e dall’emergenzialità in cui spesso viene relegata, restituendole invece il carattere fondante di un nuovo modo di vivere la scuola e più in generale la società multiculturale in cui tutti viviamo. Ogni educatore, ogni insegnante, ogni cittadino attento si è almeno una volta sentito straniero a se stesso di fronte a un alunno, un vicino di casa o un compagno di lavoro proveniente da un paese diverso.
Al disorientamento dello straniero spesso corrisponde un diverso disorientamento del cittadino autoctono. Anziché reprimere questo straniamento sarebbe forse necessario farne tesoro, rendendolo un approccio sistematico all’incontro con l’altro. Sentirci stranieri a noi stessi significa imparare a mantenere una certa distanza dal mondo in cui siamo abituati a vivere e dalle nostre certezze che troppo facilmente diventano assolute. La presenza dell’alunno straniero così come quella dello scrittore migrante ci aiutano quindi a rivolgere su noi il loro sguardo e ad accogliere la sfida di una comune estraneità.
La scelta di questo progetto è quindi quella di combinare contenuti e saperi con uno stile e una modalità di lavoro che possano attraversare tutte le sfere dell’educazione e della convivenza per facilitare la creazione di reali momenti di incontro e partecipazione.