Anche in quest’anno particolare e turbolento, siamo riusciti a organizzare i Percorsi di accoglienza insieme alle classi prime del Giordani. Sono state giornate molto importanti nella loro bellezza e difficoltà, proprio come una sfida.
L’anno 2020 è caratterizzato da una situazione mondiale che impedisce il contatto fisico e obbliga a mantenere le distanze dalle altre persone: progettare momenti di incontro e scambio per ragazzi che iniziano un nuova avventura scolastica limitando l’uso del corpo ci ha costretti a ripesare tutte le attività, modificandole. Ad esempio, dalla nostra casa laboratorio ci siamo trasferiti nell’ampio spazio di un parco. Se questo cambiamento all’inizio ci ha perplesso e intimorito, alla fine si è rivelata una novità molto positiva perché ha permesso ai ragazzi di ritrovare un po’ della libertà che la prevenzione sta negando dappertutto, in prevalenza nelle aule. Le emozioni e l’apertura interiore sono state profonde: le classi incontrate hanno alle spalle vissuti molto eterogenei tra loro e questo gli ha permesso di sviluppare una maggiore empatia e trasformare le difficoltà da tabù in punti di forza.
Forse a causa del periodo che stiamo vivendo questi momenti di scambio, condivisione e solidarietà hanno avuto ancora più importanza.