“Prima o poi la guerra finisce. Ma non è detto che la guerra debba finire. Ovviamente ci potrà essere una piccola pausa; come se la guerra deve ripigliar fiato, può perfino succederle una disgrazia alla guerra, per così dire. Non si è mai sicuri, non c’è niente di perfetto a questo mondo. Una guerra perfetta, senza il minimo difetto, forse non esisterà mai. D’un tratto può incagliarsi, rallentare per via di un imprevisto. Gli uomini non possono certo pensare a tutto. Basta una svista e si può ingolfare. E dopo, falla un po’ ripartire, la guerra! Nei momenti difficili le verranno in soccorso gli imperatori, i re, anche il papa. Così nell’insieme non c’è nulla di serio da temere, la guerra ha lunga vita davanti a sé”
Berthold Brecht, Madre Coraggio e i suoi figli
La condizione della guerra permanente sta ormai assumendo i connotati reali e tragici della storia, nonostante il potere dei mezzi di comunicazione tenti di proporne immagini edulcorate o di guidare l’opinione pubblica verso atteggiamenti remissivi e di tacita accettazione nei confronti di questa reale piaga per l’umanità.
Uno dei rischi maggiori è, come afferma anche Brecht, l’assuefazione alla guerra, l’abitudine, cioè, a questa condizione perversa dell’esistere che si alimenta da sé e che trova le ragioni per motivarsi agli occhi degli “scettici”. È il pericolo di non trovare altre strade per la convivenza civile se non quelle della sopraffazione o di considerare la guerra come estremo ma ineluttabile destino dei conflitti.
Molti, per fortuna, non credono a questo infausto paesaggio e agiscono fermamente perché si possa concretizzare una crescita democratica delle comunità, ove siano dialogo, collaborazione, coerenza, accettazione delle diversità, ecc. a costituirne i capisaldi valoriali. L’esperienza del Sevizio civile è un’esperienza che si colloca proprio in questo solco.
Questa iniziativa promozionale viene affrontata attraverso due filoni paralleli: da un lato, portare nelle classi scolastiche un’occasione di confronto sui temi della cittadinanza e della partecipazione; dall’altro, “formare” alcuni giovani rappresentanti all’interno degli istituti scolastici affinché si facciano promotori di ulteriori azioni di divulgazione dei principi che sottendono al Servizio civile. Si tratta, in sostanza, di affidare anche ai giovani, attraverso pratiche di educazione tra pari, il compito di diffusione di questa opportunità di crescita sociale e personale.
In particolar modo si intende:
– Guidare alla lettura dei diritti umani e civili e favorire, quindi, l’esperienza del Servizio civile come occasione per contribuire fattivamente alla loro realizzazione.
– Facilitare la conoscenza alle opportunità offerte dal territorio soprattutto rispetto al mondo del volontariato, della cooperazione e della solidarietà.
– Favorire forme di partecipazione e di scambio tra le persone a partire da una esplorazione delle proprie storie/scelte personali.
– Favorire la riflessione sulla cittadinanza attiva e, in particolar modo, sul ruolo che i giovani possono avere nella costruzione di una società migliore.